Giovanna De Sanctis Ricciardone


 

Giovanna De Sanctis Ricciardone, autodefinita arch-artista, si laurea in architettura presso la facoltà di Valle Giulia ma ben presto inizia a collaborare con l’associazione culturale “Il Politecnico” lavorando come artista e responsabile della sezione Arti Visive e confrontandosi con poeti, musicisti, architetti, artisti.

Il motore principale della sua opera è la “passione” intesa come sentimento prepotente in grado di generare immaginazione visionaria e creativa da cui può nascere un progetto. La scoperta della propria passione e creatività deriva da un approfondito sguardo rivolto all’interno dove le immagini e la confusione esterna non possono influenzare le proprie potenzialità e dove l’immaginazione creativa può svilupparsi senza l’imitazione passiva delle immagini a cui siamo sottoposti nella società.


                              

         Stele, scultura, Roma 2002-2004


La sua opera varia molto nel corso degli anni, andando a indagare precise passioni e interessi dell’artista come la ricerca del Kosmos con l’eterno senso umano di essere schiacciato da forze cosmiche ma con il desiderio di comprenderle e che si ricollega al mondo dell’architettura dove le masse vengono sollevate, sottratte all’asse verticale, in un equilibrio instabile e contraddittorio.

In seguito si interessa a Bernini e al Barocco grazie alla loro capacità di liberarsi del grave peso della materia che si avvita nel cielo, si contorce e diventa instabile quasi a simboleggiare il caos che ha la capacità di stimolare nuove idee e visioni sintetizzate in un nuovo misterioso kosmos.

Durante la sua vita partecipa e organizza molte mostre di arte e scultura progettando anche per alcune architetture fino al 1992 quando si ritira in un paese dell’Umbria dove continua il suo processo di conoscenza interiore con un percorso nella memoria a posteriori, con gli occhi, l’immaginazione e gli strumenti di oggi.


Federico Benincasa, Lorenzo Pirani

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