CARMEN ANDRIANI

Carmen Andriani, nata a Roma nel 1953, si laurea in Architettura nel 1980 sotto la guida di Ludovico Quaroni a Roma. Docente presso la Facoltà di Architettura di Genova, dedicandosi principalmente alla ricerca sulle trasformazioni del paesaggio causate da manufatti dismessi e opere ingegneristiche di grandi dimensioni. Inoltre, è caporedattore della rivista “Piano Progetto Città” del DAU di Pescara.

La sua attività accademica include il ruolo di visiting professor presso la Waterloo University di Toronto, dove ha tenuto conferenze sul suo lavoro, sia in università italiane che americane. Tra i progetti di rilievo sviluppati più o meno recentemente, si segnalano il percorso turistico-monumentale da piazza del Pantheon a Fontana di Trevi, una Menzione Speciale al Piranesi Prix de Rome 2016 XIV Edizione concorso per via dei Fori Imperiali , la sistemazione del prospetto della città di Teramo sulla valle del Tordino (premiato nel 1993), il recupero del Porto Corsini a Ravenna (1994), la riqualificazione del parco fluviale e del porto canale di Pescara, il parco tecnologico e la riqualificazione dell’area metropolitana di Rogoredo a Milano (presentato alla Triennale di Milano nel 1995), il Borghetto Flaminio a Roma (fasi 1 e 2 nel 1995), la mostra a inviti “L’architetto e l’artista a confronto su un tema emblematico: l’ampliamento di spazi e di funzioni della Galleria Nazionale d’Arte Moderna” (1997), il progetto per il Centro delle Arti Contemporanee di Roma (1998), il Ponte dei Congressi (selezionato nella II fase nel 2000) e l’ampliamento della Galleria Comunale d’Arte Contemporanea (2001).

I suoi disegni e progetti sono stati esposti in mostre sia in Italia che all’estero e sono stati pubblicati su riviste e cataloghi. Nel 1996, ha partecipato alla VI Mostra Internazionale d’Architettura della Biennale di Venezia nella sezione “Voci emergenti”, mentre nel 1999 è stata presente alla mostra di progetti “Venezia. La Nuova Architettura”.

Di seguito un intervento post covid sulla gestione futura degli spazi e delle funzioni + link al sito con intervento

«Roma si gioca una grande possibilità: assumere la leadership nel processo rinnovamento delle città. Si pensi alla campagna romana, tessuto connettivo tra le grandi placche urbane, e alla necessità di ripensare le funzioni – produttive, economiche, culturali, sportive, fieristiche – che rappresentano il motore di una città».

Funzioni che vanno ripensate «proprio in questi spazi di connessione, spazi aperti. O anche coperti, ma organizzati come spazi aperti. Il cambiamento deve essere coniugato con una mobilità pubblica sicura, efficiente e anche ‘lenta’, una sorta di grande infrastruttura ambientale produttiva. Questo sarebbe un buon punto di partenza per Roma e può rappresentare un modello da praticare, non soltanto per una città rinnovata ma soprattutto per una comunità diversa, più inclusiva ed unita».

 




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