LA SCACCHIERA

Gli anni dei contesti e dei palinsesti

Il contesto è quello degli anni Ottanta, periodo cruciale con eventi mondiali significativi come la caduta del muro di Berlino. Nel campo dell'architettura del 1978 emergono quattro fatti cruciali che avranno uno sviluppo determinante e che evidenziano un cambiamento nelle sperimentazioni architettoniche.

Dalle sperimentazioni industriali degli anni Venti all'interpretazione personalizzata della rivoluzione modernista negli anni Trenta si sviluppa un cambiamento di focus negli anni Ottanta, con una consapevolezza crescente dell'ambiente e dell'importanza del "contesto" nella progettazione in cui con il termine "contesto" incorpora il concetto di luogo e il quadro sociale, storico e culturale di un'area specifica.

La città storica, in particolare Roma, diventa di fondamentale interesse, con un'idea di "contesto" inteso come una rete mutevole che crea il campo per l'esistenza di una nuova architettura, infatti la mostra "Roma interrotta" del 1978 rappresenta un momento significativo nel dibattito alla fine degli anni Settanta. Dodici architetti contemporanei, tra cui Paolo Portoghesi e Aldo Rossi, reinterpretano la Pianta del Nolli del 1748 focalizzandosi sulla storia e il contesto di Roma. La mostra, sostenuta da Giulio Carlo Argan, sindaco di sinistra, riflette un'epoca in cui il patrimonio storico entra nella vita culturale e che riallaccia arte contemporanea e monumenti antichi. Negli anni ’80 nasce inoltre un cambiamento di prospettiva verso la città, passando dall'espansione industriale alla ricucitura e saturazione del già costruito, evidenziando il rapporto tra costruito e natura nella Roma del passato e presente.

In "Roma interrotta" Paolo Portoghesi, storico e architetto romano, presenta tra tutti una forte congruenza tra la sua ricerca e il tema della mostra stessa. Egli adotta un approccio "operativo" nei confronti della storia, interpretando la forma di Roma ispirandosi al paesaggio tufaceo del nord del Lazio. Utilizzando foto di forre e masse tufacee interpreta la formazione della città barocca e la riutilizza nella creazione di nuovi tessuti urbani. Questo approccio, centrato sulla relazione con la natura, è un'innovazione rispetto alle regole della città storica spesso applicate in Italia. La proposta di Portoghesi infatti, pur ispirandosi a elementi futuristi e barocchi, cattura importanti caratteristiche di Roma, come la presenza della natura nello spazio urbano e la forza degli spazi vuoti.

Nel corso degli anni ’80 si accendono inoltre nuovi dibattiti a livello internazionale. 

Eisenman ha da poco superato una fase concettuale e linguistica e si accinge ad avviare una nuova direzione di ricerca, influenzando anche altri architetti. La ricerca nasce da sperimentazioni personali e da una crisi dovuta al contesto post-moderno dominato da tendenze classicheggianti. 

Eisenman introduce quindi l'idea di "sterro archeologico", un processo di riscoperta delle ragioni architettoniche in un contesto concettuale, come dissotterrare storie di luoghi e geometrie abbandonate e utilizzando il concetto di "tracciato" di reticoli e griglie stratificate come strumento di lavoro.

In un progetto a Venezia del 1978 Eisenman applica il concetto di "luogo" senza abbracciare le impostazioni post-moderniste. Organizza il progetto utilizzando una griglia concettuale che intreccia il progetto esistente con quello nuovo. In seguito introduce anche il concetto di "layer" come nuova tecnica architettonica, dove sottosistemi autonomi, ognuno con la propria logica e funzione, si sovrappongono per determinare il progetto complessivo. 

Un altro grande personaggio di questo contesto è Frank Gehry che si focalizza sulla sua visione del "cheapscape" che cerca di incorporare gli elementi del quotidiano e dello scarto nell'architettura come si può notare nel progetto di una villa a Santa Monica dove trasforma una modesta casa con materiali di recupero, sovrapponendo lamiere, compensato e reti metalliche. Il suo approccio all'architettura si basa sulla reinterpretazione del contesto attraverso la lente dell'arte contemporanea. Frank Gehry, influenzato dalla Pop Art americana, si avvicina in modo fisico ed esplorativo ai residui degli ambienti, concentrandosi sui contesti rimossi e secondari dei "backyard". Zaha Hadid, invece, offre un'interpretazione innovativa del contesto, identificandolo "esattamente" come paesaggio.

Zaha Hadid, avvicinatasi prima alla grafica e pittura, scopre che le opere di Paul Klee non sono solo grafiche, ma contengono anche ipotesi di architettura. Hadid sviluppa quindi un approccio originale e concettuale al contesto, basato sulla tessitura, e trasforma il disegno e la pittura in atti strutturanti che si traducono in strutture architettoniche.

Hadid suggerisce che edificio e contesto appartengono alla stessa logica formale, sfumando i confini tra costruito e non costruito e la sua idea di architettura si presenta come una nuova naturalità e una sintesi tra paesaggio, natura e costruito.



PAOLO PORTOGHESI





Da "Roma Amor"

Nel libro Roma Amor Paolo Portoghesi racconta dei suoi sogni romani interrotti e riflette sulle sfide nell'implementare tali progetti, sottolineando la nostalgia per un passato ricco. Si definisce "un avvenirista nostalgico" col desiderio di vedere le ricchezze del passato influenzare il futuro.

Tra questi sogni parla del suo lavoro per una città capace di cambiare e rinnovarsi, ma anche di fare passi indietro quando necessario e di preservare l'identità di Roma, rinunciando a simboli come i grattacieli e affronta i miti associati allo sviluppo economico, alla crescita infinita e al consumo smodato.

 

Mostra Roma Interrotta

Portoghesi viene invitato a partecipare a un intervento progettuale del 1978, basato sulla pianta di Nolli del XVIII secolo in cui l'autore riflette su un giudizio critico sulla costruzione romana dal 1748 in poi, sottolineando la rimozione immaginaria della terza e quarta Roma per favorire una continuità tra la città storica e quella presente.

Portoghesi considera Roma come città "interrotta" e spiega come la città antica sia stata inglobata e soffocata da un corpo estraneo. Con la perdita del genius loci tipicamente romano l'autore suggerisce che la consapevolezza, il controllo razionale del progetto e l'immaginazione architettonica permeata dalla memoria sono l’unico modo di sostituire le radici perse nel mondo moderno.





Il suo approccio al recupero delle radici troncate si basa sul riferimento all'ambiente fisico originario di Roma, evidenziando la struttura delle valli profonde e degli spazi interni naturali caratteristici del paesaggio delle forre. Questa strutturalità influenza l'architettura romana da secoli, esemplificata da cavità risonanti, spazi raccolti e dilatati, sequenze di spazi diversi e la densità degli elementi plastici. 

L’area del Nolli assegnatagli è quella tra il Quirinale e l'Esquilino che mira a ricostruire ipoteticamente l'ambiente fisico originario prima delle alterazioni causate dalle vicende storiche e naturali della città. Si ipotizza che tra i due colli scorresse originariamente un fossato, e i fossi sotterranei dell'antico paesaggio continuano tuttora a influenzare la città, minacciando la stabilità di alcune strutture.

L'intervento proposto immagina che l'area prescelta si liberi dei sedimenti accumulati nel corso dei secoli, tornando a essere come ai tempi dei primi insediamenti romani. Questo ritorno all'ambiente originario serve anche come mezzo per proiettare il futuro nel passato e per concepire un intervento nel cuore della città antica che può mantenere un significato anche ai margini della città nuova.

Da questa mostra nasce nel 1979 un filone teorico in cui ipotizza una città figlia, diversa dalla periferia dormitorio e contrapposta alla Roma esistente, cercando di reinterpretare l'ambiente fisico originario e immagina una struttura a due livelli: uno basso di natura selvaggia e uno alto di città, senza interferenze tra di loro.

Il "tridente" e le strutture urbane sono modellati sulle forme naturali come tele di ragno, alberi, creando una complessa struttura che recupera sistemi presenti nel tessuto urbano di Roma. L'autore esamina sottosistemi come le quinte cernierate, le guide ottiche, i traguardi ottici come risultati di una lettura strutturale e quasi genetica della città.



CASA BALDI II



"Gian Vittorio Baldi, appassionato cultore del cinema-verité, voleva creare una scuola di regia e mi chiese il progetto di una torre di sette piani con piccoli appartamenti tutti eguali, ruotati ognuno di 60 gradi rispetto a quello sottostante. Il piano libero curvato della prima casa si sarebbe liberamente sollevato in aria, ma l’ambizioso progetto rimase sulla carta."



Questo progetto non fu mai costruito ma riutilizzò l'idea e le qualità del progetto per una riproposizione successiva in un'ottica di prefabbricazione:


Il progetto di questa torre, caratterizzata dalla rotazione a 60° dei piani intorno al blocco centrale degli ascensori, farà parte di un complesso residenziale che sorgerà a Santa Marinella, località turistica e balneare della regione romana.

Oltre a una gamma completa di strutture sociali, tra cui un auditorium, un centro commerciale, impianti sportivi e chiese, il progetto comprenderà anche abitazioni individuali e altre tre torri di 13 piani, di cui una identica al progetto presentato, un'altra circolare (rotazione: 45), anch'essa destinata ad abitazioni, e la quarta (rotazione: 90°) per un albergo.

La struttura portante è costituita da un nucleo centrale in cemento armato e da una struttura secondaria in acciaio: 18 pilastri disposti in esagoni regolari.

Questi pilastri sono scavati per consentire il passaggio di tutte le tubature (acqua, elettricità, riscaldamento, ecc.) e sono dotati di collegamenti per le diramazioni di ogni piano.

Il progetto è stato concepito tenendo conto delle tecniche di industrializzazione, sia per la struttura che per il rivestimento della facciata.

I livelli sfalsati creano un ritmo che si riflette nella varietà di esposizioni enfatizzata dalle finestre d'angolo che conferiscono agli spazi interni un doppio orientamento, e nello sviluppo della scala esterna che segue una rampa panoramica che si snoda intorno all'edificio. rivestimento di facciata in pannelli dal profilo curvo, di larghezza variabile da 10 a 90 come.










Commenti

Post più popolari